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Streptococco: sintomi, contagio e terapie

Dalla faringite alle più gravi manifestazioni sistemiche, le infezioni da streptococco comprendono una molteplicità di variabili. In questo articolo parliamo di cos’è lo streptococco, quali sono in sintomi e le terapie da adottare.

11/05/2023 09:18:00 | nowfarma

Gli streptococchi sono un gruppo di batteri di forma sferica, Gram positivi, appartenente alla famiglia Streptococcaceae, della quale fanno parte una ventina di specie differenti.

La loro azione patogena è data dalla capacità di produrre tossine, tra cui la streptolisina, in grado di indurre la lisi (distruzione) dei globuli rossi, parziale o completa.

Alcuni streptococchi, sono detti “commensali” e cioè fanno parte della normale popolazione delle nostre mucose dove permangono senza causare danni, ma anzi collaborando per lo svolgimento di alcune funzioni biologiche dell’organismo.

In alcune condizioni particolari, succede che queste specie, escono dal ruolo di commensale per diventare opportunisti, causando malattia.

Infezioni da streptococco

Le infezioni streptococciche che interessano maggiormente l’uomo sono causate dagli streptococchi beta emolitici del gruppo A e B.

I batteri appartenenti al gruppo A alloggiano solitamente nel tratto orofaringeo e sulla pelle e sono responsabili di infezioni come la faringite, la scarlattina e alcune malattie della pelle come l’impetigine. Se non trattate, queste infezioni possono peggiorare e svilupparsi in fascite necrotizzante, febbre reumatica e shock.

Le infezioni più frequenti di questo gruppo interessano appunto la faringe e si sviluppano maggiormente nei bambini da 5 anni in su. Si manifestano in genere con mal di gola, tonsille gonfie, febbre, placche e linfoadenopatie. La trasmissione avviene per via aerea tramite drops salivari.

L’infezione da Streptococco B più conosciuta è quella che viene trasmessa dalla madre al bambino durante il parto attraverso le secrezioni vaginali. Può essere trasmessa anche tra adulto e adulto per via sessuale colonizzando uretra e genitali. Durante la gravidanza questa infezione nei casi più gravi può dare luogo a infezioni del sangue, amnionite, infezioni delle vie urinarie e decesso del feto. Se trasmessa al bambino, quest’ultimo potrà sviluppare sepsi, polmonite e meningite.

Un’altra specie streptococcica non appartenente ai gruppi A e B, è lo streptococco pneumoniae (pneumococco), che in particolari condizioni può sviluppare polmonite e meningite, ma anche otite, sinusite, bronchite, artrite settica, osteomielite e setticemia nei casi più gravi. Come per gli streptococchi del gruppo A, anche in questo caso la trasmissione avviene per via aerea. In questo specifico caso la prevenzione è possibile grazie alle vaccinazioni.

Terapie

Trattandosi di un batterio, la terapia corretta si basa sull’utilizzo di antibiotici, la cui categoria verrà indicata dal medico in base alla sintomatologia e all’entità dell’infezione. Nella maggior parte dei casi, le infezioni streptococciche reagiscono bene alla terapia antibiotica, risolvendosi nell’arco di una/due settimane.

Tuttavia, in alcuni casi, lo streptococco può dare origine a manifestazioni secondarie, come endocarditi, valvulopatie, miocarditi glomerulonefriti e Pandas (Pediatric Autoimmune Neuropsychiatric Disorders Associated with Streptococcal Infections). In questi casi è necessaria una seconda tranche di terapia antibiotica, talvolta da somministrarsi per via endovenosa.

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